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al testo di Salvatore Solinas
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Poesia che navighi su acque Di strane improbabili metafore Di correlati oggettivi insensati Di finta gioia e vuoti sospiri Non abbandonarmi qui sulla scogliera Le mani e i piedi piagati dalle lame Taglienti della roccia. La tua sagoma nera Il pinnacolo bianco della ciminiera Si perde nella luce del tramonto. Senza di te il buio della notte La barbarie delle onde tempestose Che senza sosta batte Questo litorale deserto Sarà più insopportabile.
Il vuoto che porto nella stiva Il nulla da dire trasformato In arzigogoli strani Mi hanno costretto A rompere gli ormeggi. Non so dove diretta Mi porta la corrente, Forse altri lidi Avranno il mio canto Dove vero dolore Vera passione Tormenta e beatifica le menti Di solitari reietti. Tenetevi le vostre comode poltrone Lodatevi vicendevolmente Razzolando nel nulla di cui siete fatti.
Il silenzio, solo il silenzio Torbido e profondo Sarebbe per voi provvido riscatto. |
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